La lesione al menisco è uno degli infortuni del ginocchio più frequenti e fastidiosi. Essa causa infatti dolore nell’articolazione del ginocchio andando a inficiare l’area tra il femore e la tibia, laddove risiedono i due menischi. Essi hanno forma semicircolare e si adattano perfettamente alla superficie articolare della tibia; sono composti da fibrocartilagine.
Cos’è la meniscosi?
Ci sono casi, come quello oggetto del nostro studio, in cui è possibile definire la meniscosi una malattia professionale. L’atleta, il mezzofondista nel nostro caso, ma anche i calciatori, come tutti gli atleti che sottopongono le ginocchia a distensioni o torsioni (o che, peggio, subiscono traumi da contatto in maniera reiterata), sollecita il menisco mettendo in atto un processo degenerativo che, soprattutto se trascurato, porta a importanti conseguenze secondarie. Il menisco si può lesionare anche a causa dell’usura, anche in soggetti non praticanti attività sportiva a livello professionale e in assenza di traumi diretti, in questo caso è patologia tipica degli anziani.
IL PAZIENTE
sesso: maschile
anni: 47
professione: maratoneta (mezzofondista)
dati: 1.90 h x 80 kg
SINTOMATOLOGIA
Il paziente lamenta dolore nel compartimento mediale del ginocchio.
La risonanza magnetica evidenzia una lieve meniscosi del menisco interno, che è quello più soggetto a lesioni, giacché se il ginocchio si muove troppo velocemente o in maniera ritmica e continuativa, magari su terreni sconnessi e irregolari, può essere sollecitato eccessivamente fino a stirarsi causando una lesione.
La sintomatologia si acuisce durante l’attività sportiva in particolare dopo una decina di km di corsa. I sintomi infatti sono pressoché assenti in situazione di quiete o nel percorrere tratti brevi.
I tessuti molli limitrofi sono nella norma con lieve infiammazione del tendine rotuleo del ginocchio sinistro.
TERAPIA
Si incomincia a trattare l’area interessata con la tecarterapia.
TECARTERAPIA INIZIALE: trattamento capacitivo sul tendine rotuleo e su quello quadricipitale con 500 MHz continuo. Nello specifico si agisce usufruendo del trattamento con NEUTRODINAMICO, adoperando due manipoli dal diametro medio con emissione pulsata 2 a 1 (2 erogate 1 persa).
Effettuando il trattamento con il NEUTRODINAMICO, abbiamo avuto l’opportunità di lavorare con il paziente in piedi, ovvero con il ginocchio sotto carico, per simulare il gesto atletico ed essere selettivi nel trasferimento energetico laddove il paziente avesse effettivamente fastidio e non disperdendo l’energia su altra superficie corporea.
RISULTATI
Dopo le prime sei applicazioni il sintomo secondario sul tendine rotuleo si è attenuato. Nelle successive dieci applicazioni, il protocollo ha previsto l’introduzione della chinesiterapia attiva da effettuare in contemporanea al trattamento con la tecarterapia, riducendo notevolmente la sintomatologia primaria nel compartimento interno del ginocchio sinistro e permettendo al paziente di migliorare il gesto atletico e di conseguenza le sue performance.
CONCLUSIONI
Il trattamento eseguito sul paziente ha evidenziato notevoli miglioramenti della sintomatologia rispetto al trattamento classico; benefici legati all’aumento del flusso ematico nella zona trattata con il conseguente aumento dell’attività metabolica intra ed extra cellulare.
Il trattamento classico, infatti, per le sue caratteristiche non può che effettuarsi fuori carico; con il NEUTRODINAMICO invece si può lavorare sotto carico (col paziente in piedi). Ciò permette di avere oltre a una maggiore selettività del trasferimento energetico anche un aumento dell’attività metabolica in grado di aumentare l’atp ovvero l’aumento della permeabilità della membrana cellulare e di conseguenza la capacità delle cellule di captare ossigeno e di eliminare le sostanze di scarto (algogene) che generano processi infiammatori.
algogeno → Detto di sostanza o stimolo che produca dolore.
atp → L’adenosina trifosfato è il composto ad alta energia richiesto dalla stragrande maggioranza delle reazioni metaboliche endoergoniche. Esso viene prodotto secondo la reazione endoergonica: ADP + Pi + E => ATP
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