Si divide in 3 gradi:
Distorsione di primo grado.
Le distorsioni di primo grado comportano uno “stiramento” dei legamenti senza rottura. La caviglia si gonfia moderatamente senza procurare instabilità. Con una riabilitazione idonea il ritorno all’attività sportiva è possibile dopo una o due settimane.
Distorsione di secondo grado.
Una distorsione di secondo grado comporta una rottura parziale dei legamenti. E’ associata ad una tumefazione conseguente ad un sanguinamento dei tessuti della caviglia che ha subito i danni. Poiché si tratta di una rottura parziale, solamente una parte dei legamenti sarà danneggiata, lasciando la rimanente intatta, in maniera tale da mantenere la stabilità dell’articolazione. Il trattamento iniziale richiede ghiaccio, l’elevazione, la compressione, il riposo, seguito da un programma di riabilitazione. L’attività sportiva dovrà essere limitata per un periodo di quattro – sei settimane. Sarà estremamente importante un programma riabilitativo e di reinserimento nell’attività sportiva.
Distorsioni di terzo grado.
Le distorsioni di terzo grado sono le più gravi e comportano una rottura completa dei legamenti. La caviglia in conseguenza del trauma sarà instabile e dovrà essere trattata con un gesso o addirittura essere operata. Questo tipo di trauma necessita di un lungo programma di riabilitazione e può portare ad un esito d’instabilità della caviglia. Per ottenere risultati non solo migliori ma anche più sicuri spesso è necessario intervenire chirurgicamente e suturare i legamenti rotti.(Fonte http://bass58.altervista.org/Medicina/le_distorsioni_della_caviglia.htm)

Considerando di dover curare una lesione di secondo grado del peroneo astragalico anteriore, si potrà optare per un trattamento con tecarterapia in diversi cicli di applicazione. Il primo dei quali sarà volto a drenare localmente la zona che ha sviluppato edema a causa del trauma. Il secondo prevederà una modalità bipolare con elettrodo capacitivo piccolo, emissione continua, volta a ottenere una vasodilatazione superficiale e attivare il sistema linfatico e quindi a favorire il drenaggio. Nel terzo e ultimo ciclo, per la precisione nella parte conclusiva del trattamento, in modalità bipolare con elettrodo Profile, si agirà, proprio grazie alla configurazione di questo particolare elettrodo, esattamente a ridosso del legamento stesso, su quella che è la struttura in fase di recupero e ricicatrizzazione.
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